Mittwoch, 12. September 2012

VIVA IL MARXISMO-LENINISMO-MAOISMO

Introduzione Nel 1984 fu fondato il Movimento Rivoluzionario Internazionalista, che raggruppava i nuclei dei maoisti rivoluzionari di tutto il mondo, determinati a portare avanti la lotta per un mondo senza sfruttamento e oppressione, senza imperialismo, un mondo in cui la profonda divisione della società in classi sia superata, il mondo comunista del futuro. Sin dalla formazione del nostro Movimento, abbiamo continuato ad avanzare e oggi, in occasione del centenario di Mao Tsetung, coscienti della nostre responsabilità, dichiariamo al proletariato internazionale e alle masse oppresse del mondo che la nostra ideologia guida è il Marxismo-Leninismo-Maoismo. Il nostro Movimento è stato fondato sulla base della Dichiarazione del Movimento Rivoluzionario Internazionalista adottata dalla Seconda Conferenza dei Partiti e delle Organizzazioni marxiste-leniniste nel l984. La Dichiarazione afferma l’ideologia proletaria rivoluzionaria e, su questa base, nel suo insieme definisce correttamente i compiti dei comunisti rivoluzionari dei differenti paesi e su scala mondiale, tratta la storia del movimento comunista internazionale e un certo numero di altre questioni vitali. Oggi riconfermiamo la Dichiarazione come solido fondamento del nostro Movimento, su cui stiamo costruendo una nuova più chiara e profonda comprensione della nostra ideologia e un’ancora più solida unità del nostro Movimento. La Dichiarazione sottolinea correttamente; “lo sviluppo qualitativo apportato da Mao Tsetung alla scienza del marxismo-leninismo” e afferma che questi l’ha sviluppata ad “un nuovo livello”. Tuttavia, l’uso del termine “marxismo-leninismo-pensiero di Mao’ nella nostra Dichiarazione rifletteva una comprensione ancora parziale di questo nuovo stadio. Negli ultimi nove anni il nostro Movimento è stato impegnato in una lunga, ricca e complessiva discussione e lotta per comprendere ancora di più gli sviluppi del Marxismo attuati da Mao. Durante questo stesso periodo i partiti e le organizzazioni del nostro Movimento e il MRJ nel suo complesso sono stati impegnati in una lotta rivoluzionaria contro l’imperialismo e la reazione. Più importante è stata l’esperienza avanzata della Guerra Popolare guidata dal Partito Comunista del Perù, che ha avuto successo nella mobilitazione delle masse, spazzando via lo stato in molte parti del paese e stabilendo il nuovo potere degli operai e dei contadini in queste zone. Questi avanzamenti, in teoria e in pratica, ci hanno permesso di approfondire ulteriormente la nostra comprensione dell'ideologia proletaria e su questa base abbiamo fatto un altro passo in avanti verso il riconoscimento del Marxismo-Leninismo-Maoismo come nuova, terza e superiore tappa del marxismo. Nuova, Terza e Superiore Tappa del Marxismo Mao Tsetung ha elaborato molte tesi su tutta una serie di questioni vitali per la rivoluzione. Ma il Maoismo non è solo la sommatoria dei grandi contributi di Mao. Si tratta dello sviluppo complessivo e generale del marxismo-leninismo ad un nuovo e superiore livello. Il marxismo-leninismo-maoismo è un tutto unitario; è l’ideologia del proletariato sintetizzata e sviluppata a nuovi livelli ‑ dal marxismo, al marxismo-leninismo, al marxismo-leninismo-maoismo ‑ da Karl Marx, V.I. Lenin e Mao, sulla base delle esperienze del proletariato e dell’umanità nella lotta di classe, nella lotta per la produzione e nella ricerca scientifica. È l’arma invincibile che consente al proletariato di comprendere il mondo e di cambiarlo con la rivoluzione. Il marxismo-leninismo-maoismo è un’ideologia applicabile universalmente, viva e scientifica, che si sviluppa costantemente e costantemente viene arricchita dalla sua applicazione, sia con la rivoluzione, sia con l’avanzamento della conoscenza dell’umanità in generale. Il marxismo-leninismo-maoismo è nemico di tutte le forme di revisionismo e dogmatismo. Questa ideologia poderosa perché verificata. Karl Marx Karl Marx sviluppò per primo il comunismo rivoluzionario, circa 150 anni fa. Con la collaborazione del suo stretto compagno d’armi, Frederick Engels, sviluppò un sistema filosofico generale, il materialismo dialettico, scoprì le leggi fondamentali che plasmano la storia dell’umanità. Marx sviluppò una scienza dell’economia politica che ha svelato lo sfruttamento del proletariato e l’intrinseca anarchia e le contraddizioni del modo di produzione capitalistico. Karl Marx sviluppò la sua teoria rivoluzionaria in stretto rapporto con, e per servire, la lotta di classe del proletariato internazionale. Fondò la Prima Internazionale e scrisse, insieme ad Engels, il Manifesto Comunista lanciando il suo forte appello: “proletari di tutto il mondo unitevi!”. Marx prestò dedicò grande attenzione alle lezioni della Comune di Parigi del 1871, il primo grande tentativo del proletariato di prendere il potere statale, e le sintetizzò. Armò così il proletariato mondiale della coscienza della sua missione storica: prendere il potere politico con la rivoluzione e usare questo potere ‑ la dittatura del proletariato ‑ per trasformare le condizioni sociali fin dalle fondamenta per eliminare la divisione della società in differenti classi. Nel movimento proletario, Marx condusse la lotta contro gli opportunisti che cercavano di confinare la lotta dei lavoratori al miglioramento delle condizioni di schiavitù salariata, senza mettere in discussione l’esistenza stessa di questa schiavitù. La posizione, il punto di vista e il metodo di Marx presero il nome di marxismo, che rappresenta la prima grande pietra miliare nello sviluppo dell’ideologia del proletariato. V.I. Lenin Guidando il movimento rivoluzionario proletario in Russia e la lotta nel movimento comunista internazionale contro il revisionismo, V.I. Lenin sviluppò il marxismo ad un livello completamente nuovo. Tra i tanti contributi, Lenin analizzò lo sviluppo del capitalismo nel suo stadio finale e supremo, l’imperialismo. Egli mostrò che il mondo era diviso tra un pugno di potenze imperialiste e la grande maggioranza delle nazioni e popoli oppressi, e mostrò che le potenze imperialiste sarebbero state periodicamente costrette a fare la guerra per ripartirsi il mondo. Lenin descrisse l’era in cui viviamo come l’era dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria. Lenin sviluppò il partito politico di nuovo tipo, il Partito Comunista, come strumento indispensabile del proletariato per la direzione delle masse rivoluzionarie e per la presa del potere. Ancora più importante, Lenin elevò la teoria e la pratica della rivoluzione proletaria ad un livello completamente nuovo, guidando per la prima volta il proletariato alla presa e consolidamento del potere politico, alla dittatura rivoluzionaria, con la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre nell’ex Russia zarista nel 1917. Lenin condusse una lotta durissima contro i revisionisti del suo tempo all’interno della Seconda Internazionale, che avevano tradito la rivoluzione proletaria e avevano chiamato i lavoratori a difendere gli interessi dei propri padroni imperialisti nella Prima Guerra Mondiale. I “fucili dell’Ottobre” e la lotta di Lenin contro il revisionismo diffusero ulteriormente il movimento comunista in tutto il mondo, unendo le lotte dei popoli oppressi con la rivoluzione proletaria mondiale, e fu formata là Terza Internazionale (o Internazionale Comunista). Lo sviluppo complessivo del marxismo realizzato da Lenin rappresenta il secondo grande salto nello sviluppo dell’ideologia proletaria. Dopo la morte di Lenin, Stalin difese la dittatura proletaria contro i nemici sia interni sia esterni, gli invasori imperialisti durante la Seconda Guerra Mondiale, e portò avanti la causa della costruzione socialista e la trasformazione dell’Unione Sovietica. Stalin lottò perché il movimento comunista internazionale riconoscesse il marxismo-leninismo come seconda -, grande pietra miliare nello sviluppo dell’ideologia proletaria. Mao Tsetung Mao Tsetung sviluppò il marxismo-leninismo ad un nuovo e più alto stadio nel corso dei molti anni in cui fu alla guida della rivoluzione cinese, della lotta mondiale contro il revisionismo moderno e, ancora più importante, della ricerca, in teoria e in pratica, del metodo della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato per prevenire la restaurazione del capitalismo e continuare ad avanzare verso il comunismo. Mao sviluppò enormemente tutte e tre le parti che compongono il marxismo ‑ filosofia, economia politica e socialismo scientifico. Mao Tsetung affermò: “il potere politico nasce dalla canna del fucile”. Sviluppò in modo complessivo la scienza militare del proletariato, attraverso la sua teoria e pratica della guerra popolare. Mao Tsetung ci ha insegnato che gli uomini. non le armi, sono il fattore decisivo nella guerra. Sottolineò che ogni classe ha la sua forma specifica di guerra con, caratteri, scopi e mezzi suoi specifici. Mise in risalto che ogni logica militare può essere ridotta al principio “voi combattete a modo vostro, io a modo mio”, e che il proletariato deve forgiare la strategia e la tattica militare che facciano pesare i suoi particolari vantaggi, scatenando e appoggiandosi sull’iniziativa e l’entusiasmo delle masse rivoluzionarie. Mao stabilì che la politica di conquistare basi d’appoggio e instaurare sistematicamente il potere politico era il punto chiave per scatenare le masse e sviluppare la forza armata del popolo e l’espansione a ondate del loro potere politico. Egli insistette sulla necessità di dirigere le masse nella realizzazione di trasformazioni rivoluzionarie nelle basi d’appoggio e per svilupparle politicamente, economicamente e culturalmente in funzione dell’avanzata della guerra rivoluzionaria. Mao ci insegnò che è il partito deve controllare il fucile e che mai a questo deve essere permesso di controllare il partito. Il partito deve essere costruito come strumento capace di iniziare e condurre la guerra rivoluzionaria, sottolineando che il compito centrale della rivoluzione è la presa del potere politico per mezzo della violenza rivoluzionaria. La teoria di Mao della Guerra Popolare è applicabile universalmente in tutti i paesi, sebbene vada applicata tenendo conto della situazione concreta in ogni paese e, in particolare, tenendo conto delle vie rivoluzionarie nei due tipi generali di paesi ‑ paesi imperialisti e paesi oppressi ‑ che esistono nel mondo oggi. Mao risolse il problema di come fare la rivoluzione in un paese dominato dall’imperialismo. La via fondamentale da lui tracciata per la rivoluzione in Cina rappresenta un’inestimabile contributo alla teoria e alla pratica della rivoluzione ed è la guida per raggiungere la liberazione nei paesi oppressi dall’imperialismo. Vale a dire Guerra Popolare di lunga durata, accerchiare le città dalle campagne, con la lotta armata come forma principale di lotta e l’esercito guidato dal partito come forma principale di organizzazione delle masse, mobilitando i contadini, principalmente i contadini poveri, portando avanti la rivoluzione agraria: costruendo un fronte unito sotto la direzione del partito comunista per condurre la rivoluzione di Nuova Democrazia contro l’imperialismo, il feudalesimo e il capitalismo burocratico, e stabilendo la dittatura congiunta delle classi rivoluzionare guidate dal proletariato come presupposto necessario per la rivoluzione socialista, che deve immediatamente seguire la vittoria nel primo stadio della rivoluzione. Mao portò avanti la tesi delle “tre armi magiche” ‑ il partito, l’esercito e il fronte unito ‑ strumenti indispensabili per fare la rivoluzione in ogni paese a seconda delle condizioni specifiche e della via della rivoluzione. Mao Tsetung sviluppò in modo grandioso la filosofia proletaria, il materialismo dialettico. In particolare, egli mise in risalto che la legge della contraddizione, l’unità e lotta degli opposti, è la legge fondamentale che governa la natura e la società. Egli sottolineò che l’unità e l’identità di tutte le cose è temporanea e relativa, mentre la lotta tra gli opposti è permanente e assoluta, e ciò dà origine a rotture radicali e salti rivoluzionari. Applicò magistralmente questa concezione all’analisi dei rapporti tra teoria e pratica, sottolineando che la pratica è l’unica fonte e il criterio ultimo della verità, e sottolineando inoltre il salto dalla teoria alla pratica rivoluzionaria. Così facendo Mao sviluppò ulteriormente la teoria proletaria della conoscenza. Spronò sempre a portare alle enormi masse la filosofia, popolarizzando, per esempio, il fatto che “l’uno di divide in due”, in opposizione alla tesi revisionista dei “due che si combinano in uno”. Mao sviluppò ulteriormente la comprensione che “il popolo e solo il popolo è la forza motrice che fa la storia del mondo”. Sviluppò la teoria della linea di massa: “prendere le idee delle masse (idee sparse e non sistematiche) e concentrarle (attraverso lo studio trasformarle in idee concentrate e sistematiche), per poi ritornare alle masse e propagandare e spiegare queste idee fino a quando le masse non le abbracceranno come proprie, le assumeranno fermamente e le trasformeranno in azione, provando in questa azione la correttezza di quelle idee ”. Mao mise in risalto la profonda verità che la materia può essere trasformata in coscienza e la coscienza in materia, sviluppando ulteriormente la comprensione del ruolo dinamico dell’uomo cosciente in ogni campo dell’attività umana. Mao Tsetung guidò la lotta internazionale contro il moderno revisionismo capeggiato dai revisionisti kruscioviani. Egli difese la linea politica e ideologica comunista contro i revisionisti moderni e fece appello ai veri rivoluzionari proletari a rompere col loro e a forgiare partiti basati sui principi marxisti-leninisti-maoisti. Mao intraprese una penetrante analisi delle lezioni della restaurazione del capitalismo nell’URSS e degli errori così come degli aspetti positivi della costruzione del socialismo in quel paese. Mentre difendeva i grandi contributi di Stalin, allo stesso tempo ne criticava gli errori. Egli sintetizzò l’esperienza della rivoluzione socialista in Cina e la ripetuta lotta tra le due linee contro il quartier generale revisionista all’interno del Partito Comunista Cinese. Applicò magistralmente la dialettica materialista all’analisi delle contraddizioni della società socialista. Mao ci insegnò che il partito deve giocare il ruolo d’avanguardia ‑ prima, durante e dopo la presa del potere ‑ nella direzione del proletariato nella storica lotta per il comunismo. Sviluppò la comprensione di come preservare il carattere rivoluzionario proletario del partito, conducendo la lotta ideologica attiva contro l’influenza borghese e piccolo-borghese nei suoi ranghi, con la formazione ideologica dei membri del partito, con la critica e l’autocritica e la lotta delle due linee contro le linee opportuniste e revisioniste nel partito. Mao ci insegnò che una volta che il proletariato ha preso il potere e il partito diventa la forza guida dentro lo stato socialista, la contraddizione tra il partito e le masse diventa un’espressione concentrata delle contraddizioni che segnano la società socialista come periodo di transizione tra il capitalismo e il comunismo. Mao Tsetung sviluppò la comprensione proletaria dell’economia politica, del ruolo contraddittorio e dinamico della stessa produzione e la sua interrelazione con la sovrastruttura ideologica e politica della società. Mao ci insegnò che il sistema di proprietà è decisivo nei rapporti di produzione ma che, sotto il socialismo, si deve fare attenzione a che la proprietà pubblica sia socialista nel contenuto e nella forma. Sottolineò l’interazione tra il sistema della proprietà socialista e gli altri due aspetti dei rapporti di produzione, i rapporti tra il popolo impegnato nella produzione e il sistema di distribuzione. Mao sviluppò la tesi leninista che la politica è l’espressione concentrata dell’economia, mostrando che nella società socialista la correttezza della linea politica e ideologica determina se il proletariato detiene effettivamente i mezzi di produzione. Per contro, egli mise in risalto che il sorgere del revisionismo significa il sorgere della borghesia, e che a causa la natura contraddittoria della base economica socialista sarebbe facile per coloro che intraprendono la via capitalistica instaurare il sistema capitalistico, una volta al potere. Mao Tsetung criticò profondamente la teoria revisionista delle forze produttive e concluse che la sovrastruttura, la coscienza, può trasformare la base e con il potere politico sviluppare le forze produttive. Tutto questo ha preso forma nella parola d’ordine di Mao: “Fare la rivoluzione, Promuovere la produzione”. Mao Tsetung diede inizio e guidò la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, che rappresentò un grande balzo in avanti nell’esperienza dell’esercizio della dittatura del proletariato. Centinaia di milioni di persone si sollevarono per rovesciare quelli che avevano intrapreso la via capitalistica, che erano emersi all’interno della società socialista e che erano particolarmente concentrati nella stessa direzione del partito (come Liu Shao-chi, Lin Piao e Deng Xiao-ping). Mao guidò il proletariato e le masse nella sfida ai seguaci della via capitalistica, imponendo gli interessi, il punto di vista e la volontà della grande maggioranza in ogni sfera che, perfino nella società socialista, era rimasta riserva privata delle classi sfruttatrici e del loro modo di pensare. Le grandi vittorie riportate nella Rivoluzione Culturale impedirono la restaurazione del capitalismo in Cina per un decennio e guidarono le grandi trasformazioni nella base economica così come nell’educazione, letteratura e arte, ricerca scientifica e altre parti della sovrastruttura. Con la direzione di Mao le masse misero a nudo alle radici la base che genera il capitalismo ‑ come il diritto borghese e le tre grandi differenze, tra città e campagna, tra operai e contadini, e tra lavoro manuale e mentale. Nel corso di dure lotte ideologiche e politiche, milioni di lavoratori e altri milioni di masse rivoluzionarie approfondirono grandemente la loro coscienza di classe e padronanza del marxismo-leninismo-maoismo e rafforzarono la loro capacità di usare il potere politico. La Rivoluzione Culturale fu condotta come parte della lotta internazionale del proletariato e fu una base di educazione per l’internazionalismo proletario. Mao comprese la relazione dialettica tra la necessità di una leadership rivoluzionaria e la necessità di far sollevare le masse rivoluzionarie dal basso e di appoggiarsi a esse per instaurare la dittatura del proletariato. In questo modo, il rafforzamento della dittatura del proletariato fu anche l’esercizio più ampio e profondo, fino ad allora mai raggiunto nel mondo, della democrazia proletaria, ed emersero leader eroici rivoluzionari, come Chiang Ching e Chang Chun Chiao, che stettero dalla parte delle masse e le guidarono nella battaglia contro i revisionisti, e continuarono a tenere alta la bandiera del marxismo-leninismo-maoismo anche di fronte a dure sconfitte. Lenin disse: “È marxista solo chi estende il riconoscimento della lotta di classe al riconoscimento della dittatura del proletariato.” Alla luce delle inestimabili lezioni e degli avanzamenti raggiunti con la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria guidata da Mao, questa linea divisoria si è approfondita ulteriormente. Adesso si può affermare che è marxista solo chi estende il riconoscimento della lotta di classe al riconoscimento della dittatura del proletariato e al riconoscimento dell’oggettiva esistenza delle classi, delle contraddizioni antagonistiche di classe, della borghesia nel partito e della continuazione della lotta di classe sotto la dittatura del proletariato durante tutto il periodo che va dal socialismo al comunismo. Come ha detto energicamente Mao: “La mancanza di chiarezza su tale questione condurrà al revisionismo.” La restaurazione capitalistica seguita al colpo di stato controrivoluzionario del 1976 guidato da Hua Kuo-feng e Deng Xiao-ping non nega in alcun modo il Maoismo o le conquiste storico-mondiali e le grandissime lezioni della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria; piuttosto, questa sconfitta conferma la tesi di Mao sulla natura della società socialista e la necessità di continuare la rivoluzione sotto la dittatura del proletariato. Chiaramente, la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria rappresenta un epopea storico-universale della rivoluzione, un momento vittorioso per i comunisti e i rivoluzionari del mondo, un’acquisizione imperitura. Sebbene abbiamo davanti a noi tutto una strada da fare, quella rivoluzione ci ha lasciato grandi lezioni che stiamo già applicando come, per esempio, il fatto che la trasformazione ideologica è fondamentale affinché la nostra classe possa prendere il potere. Marxismo-Leninismo-Maoismo: la terza grande pietra miliare Già nel corso della rivoluzione cinese Mao aveva sviluppato il marxismo-leninismo in molti campi importanti. Ma è stato nel fuoco della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria che la nostra ideologia ha compiuto un salto, e che la terza grande pietra miliare, il marxismo-leninismo-maoismo, è emersa completamente. Dall’altezza superiore del marxismo-leninismo-maoismo i comunisti rivoluzionari possono comprendere gli insegnamenti dei precedenti grandi leader ancora più profondamente, e perfino i primi contributi di Mao acquistano un significato più profondo. Oggi, senza il Maoismo non ci può essere marxismo-leninismo. Indubbiamente, negare il Maoismo significa negare lo stesso marxismo-leninismo. Ognuna delle grandi pietre miliari nello sviluppo dell’ideologia rivoluzionaria del proletariato ha incontrato grandi resistenze ed è stata riconosciuta solo attraverso una lotta intensa e la sua applicazione nella pratica rivoluzionaria. Oggi, il Movimento Rivoluzionario Internazionalista dichiara che il marxismo-leninismo-maoismo deve essere al comando della rivoluzione mondiale e deve guidarla. Centinaia di milioni di proletari e masse oppresse del mondo vengono sempre più spinti alla lotta contro il sistema imperialista mondiale e contro tutta la reazione. Nel campo di battaglia contro il nemico cercano la loro propria bandiera. Noi comunisti rivoluzionari dobbiamo usare la nostra ideologia universale e diffonderla tra le masse per scatenarle ancora di più e organizzare le loro forze, per prendere il potere con la violenza rivoluzionaria. Per fare questo, i partiti marxisti-leninisti-maoisti, uniti nei Movimento Rivoluzionario Internazionalista, devono essere formati là dove ancora non esistono e quelli già esistenti devono essere rafforzati per preparare, lanciare e portare alla vittoria la guerra popolare per la presa del potere del proletariato e dei popoli oppressi. Noi dobbiamo tenere alto, difendere e, più importante ancora, applicare il marxismo-leninismo-maoismo. Dobbiamo far avanzare la lotta per la formazione di una Internazionale Comunista di nuovo tipo. basata sul marxismo-leninismo-maoismo. La rivoluzione proletaria mondiale non può avanzare verso la vittoria senza aver forgiato tale arma perché, come ci ha insegnato Mao, o al comunismo ci arriviamo tutti o non ci arriva nessuno. Mao Tsetung ha detto: “il marxismo consiste di migliaia di verità, ma in ultima analisi tutte si riducono ad una: ribellarsi è giusto.” Il Movimento Rivoluzionario Internazionalista prende la ribellione delle masse come proprio punto di partenza e chiama il proletariato e i rivoluzionari di tutto il mondo ad abbracciare il marxismo-leninismo-maoismo. Questa ideologia combattente, liberatrice. si deve far comprendere al proletariato e a tutti gli oppressi, perché solo essa può far sì che la ribellione delle masse spazzi via migliaia di anni di sfruttamento di classe e può far nascere il nuovo mondo del comunismo. TENIAMO ALTA LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL MARXISMO- LENINISMO-MAOISMO! 26 Dicembre 1993 Movimento Rivoluzionario Internazionalista SULLA SITUAZIONE MONDIALE Nel 1984 la Dichiarazione del Movimento Rivoluzionario Internazionalista segnalava: “Il mondo nato dalla Seconda Guerra Mondiale si sta rapidamente sfaldando. I rapporti politici ed economici internazionali, la ‘spartizione del mondo’, stabiliti attraverso la Seconda Guerra Mondiale, e in seguito ad essa, non corrispondono più ai bisogni, delle varie potenze imperialiste, di estensione “pacifica” dei loro imperi basati sui profitti. Mentre il mondo nato dalla Seconda Guerra Mondiale è stato sottoposto a cambiamenti importanti come risultato dei conflitti tra gli imperialisti e specialmente come risultato della lotta rivoluzionaria, oggi è tutta l’intera rete di rapporti economici, politici e militari che è messa in discussione. La relativa stabilità delle maggiori potenze imperialiste... si sta disgregando. Le lotte rivoluzionarie delle nazioni oppresse stanno crescendo e danno altri colpi all’ordine mondiale imperialista... L’acutizzarsi delle contraddizioni sta trascinando, e in futuro lo farà ancor più drammaticamente, tutti i paesi e le regioni del mondo e settori di masse precedentemente assopiti o ai o margini della vita politica, nel vortice della storia mondiale. Perciò, i comunisti rivoluzionari devono prepararsi e preparare gli operai che hanno coscienza di classe e gli altri settori rivoluzionari del popolo a intensificare la loro lotta rivoluzionaria.” L’analisi della Dichiarazione sulla transitorietà dell’ordine mondiale esistente e il suo appello alla preparazione urgente di fronte ai rapidi cambiamenti e salti negli sviluppi, sono stati convalidati dagli avvenimenti mondiali, sebbene l’esatto svolgimento degli avvenimenti ‑ il collasso del campo socialimperialista sovietico e l’attenuazione dell’acuta rivalità tra i blocchi imperialisti degli USA e quello a guida sovietica che aveva portato il mondo sull’orlo della guerra mondiale ‑ non potevano essere anticipati. In un contesto di aggravamento della crisi del sistema imperialista, tra i principali elemneti salienti dell’attuale situazione mondiale includiamo: il sorgere di lotte nelle nazioni oppresse del mondo, in particolare le gloriose conquiste della Guerra Popolare in Perù, l’irrompere delle ribellioni perfino nel ventre delle terribili bestie imperialiste, il riemergere dell’imperialismo USA come unico grande gendarme dell’ordine imperialista, l’intervento imperialista e l’aggressione contro i paesi oppresse e lo sfruttamento intensificato e gli attacchi contro masse dei paesi oppresse e negli stessi paesi imperialisti, e il riallineamento che sta avendo luogo tra le potenze imperialiste. I sogni imperialisti di un “Nuovo Ordine Mondiale” Alla vigilia del collasso del campo imperialista sovietico, che era in effetti solo un’evidente manifestazione della terribile crisi che attanaglia tutto il sistema imperialista. del quale l’Unione Sovietica era un grande pilastro, gli USA dichiararono tronfi la nascita di un “Nuovo Ordine Mondiale”. Per i loro apologeti in casa e per gli ingenui, il nuovo ordine veniva abilmente mascherato da parole come “rispetto del diritto internazionale”, “nuova era di pace”, “democrazia”, “lotta contro la tirannia e la dittatura”, e perfino “diritti umani”. Le potenze imperialiste che fino a ieri quasi si scannavano, ora davano spettacolo, abbracciandosi. Le Nazioni Unite e gli altri organi imperialisti mondiali venivano presentati come i guardiani della “nuova era della pace mondiale”. Gli imperialisti avevano buon gioco nel coprire la vera natura del collasso del blocco social-imperialista sovietico e utilizzavano questo collasso per disarmare le masse oppresse dell’ideologia rivoluzionaria del comunismo. I loro ideologi, assieme a reazionari e revisionisti di ogni sorta, hanno lanciato un’offensiva controrivoluzionaria, proclamando la fine della visione comunista di un mondo libero dallo sfruttamento, e dichiarando addirittura la “fine della storia”. L’imperialismo, la reazione e il revisionismo hanno fatto di tutto per far svolazzare la cenciosa e cadente bandiera della “democrazia”, questo inumano, sanguinolento governo del capitale, e lo hanno presentato come l’unica alternativa. Era ovviamente solo sinistra propaganda, perché i sordidi, criminali risultati reali sono fin troppo evidenti. L’atto di nascita di questo “nuovo” ordine mondiale è stata la brutale devastazione dell’Iraq per mano degli USA, con l’aiuto delle altre potenze imperialiste, e di una novella legione straniera composta da soldati dei paesi dominati. Lo scopo era ritagliarsi imperi e terrorizzare gli oppressi per tenerli sottomessi. Ma tutto ciò è servito solo a strappare loro la maschera della “pace” e a dimostrare ancora una volta che i regimi compradori delle nazioni oppresse non potranno mai dare colpi risolutivi e senza compromessi ai loro padroni imperialisti. Gli imperialisti hanno messo in piedi lo spettacolo del disarmo, ma la pace non potrà mai venire dalle sale dei banchetti di queste sanguisughe. Malgrado tutti i loro patti e trattati, tutti loro, in particolare gli USA e gli attuali imperialisti russi, mantengono arsenali mortali in grado di distruggere il mondo diverse volte. Gli imperialisti hanno parlato di una “nuova era di sviluppo e cooperazione” ma l’unico risultato è stato quello di un aumento del già intenso sfruttamento delle masse delle nazioni oppresse e degli stessi paesi capitalisti ‑ l’immiserimento dei veri produttori. Nei paesi dell’ex blocco sovietico, compresa la Russia, il nudo governo del capitale sta sempre più riducendo a brandelli le illusioni di prosperità e crescita ‘senza crisi’. I sogni degli imperialisti occidentali di superare le loro crisi si sono trasformati in incubi, poiché si impantanano sempre di più, creano problemi e subiscono sconfitte, e adesso fronteggiano l’ira degli oppressi perfino nei loro stessi paesi. Il corso degli eventi è stato rapido, sottolineando ancora una volta l’instabilità della situazione mondiale. Le trombe della controffensiva reazionaria, che solo un paio d’anni fa tuonavano forte, trovano adesso sempre più orecchie sorde. Sempre più ampi settori di masse in molte parti del mondo continuano ad essere mossi alla resistenza, alla ribellione e alla rivoluzione, sempre più consci della bancarotta dei marci revisionisti, e danno il benvenuto alla brillante nascita del potere rosso nelle alte montagne del Perù, cercando il modo per sferrare colpi sempre più duri contro i propri oppressori. Il “Grande disordine” è cosa buona Mao Tsetung, grande dirigente del proletariato mondiale, ci ha insegnato che l’imperialismo alza sempre grandi massi da scagliare contro gli oppressi ma finisce con il farseli cadere addosso rompendosi i piedi. Questo è pienamente vero in relazione all’attuale situazione mondiale. Tutta la prosopopea per il loro “nuovo” ordine mondiale e l’attuale corso degli eventi non fanno che provare oltre ogni dubbio che niente di buono può venire da questo sistema divoratore dell’umanità. Le loro istituzioni, i reazionari loro lacchè e i revisionisti loro strumento vengono smascherati sempre di più. La Guerra Popolare in Perù ha creato basi d’appoggio dove la nostra classe ha ancora una volta instaurato il potere popolare. Nelle nazioni oppresse del mondo, “l’occhio del ciclone” della rivoluzione mondiale, stanno crescendo le lotte e la resistenza delle masse contro l’imperialismo e i loro lacchè reazionari, i vecchi leader venduti sono messi da parte e nuove generazioni si stanno assumendo i compiti necessari all’avanzamento delle loro lotte. C’è fermento e ribellione, a vari livelli, in ogni settore delle masse oppresse, tra le donne, i giovani e gli strati più profondi delle masse, incatenate per secoli dalla reazione in tutte le sue mostruose forme. Il terribile grande despota, gli USA hanno appena ricevuto una batosta sonora proprio dentro il proprio territorio ad opera delle vittime dell’oppressione di classe e di razza. E la tigre di carta imperialista continua ad essere perforata dalle lance accuminate delle masse oppresse in tutti i paesi che essa osa aggredire. Si sta formando una grande marea di “disordine rivoluzionario”, e questo è bene. Alla luce della profonda crisi del sistema imperialista mondiale, tutte le maggiori contraddizioni, la contraddizione tra paesi oppressi e potenze imperialiste, la contraddizione tra il proletariato e la borghesia nei paesi capitalisti e imperialisti e la contraddizione tra le stesse potenze imperialiste subiscono nuovi sviluppi. Tra queste, si stanno intensificando la contraddizione tra nazioni oppresse e potenze imperialiste e, in misura significativa, sebbene secondaria, la contraddizione tra il proletariato e la borghesia nei paesi imperialisti. Il collasso del campo imperialista sovietico ha portato ad un allentamento della contraddizione interimperialistica rispetto livelli di intensità precedente. Ma la collusione imperialista si basa sul conflitto, che si manifesta oggi nel riallineamento e nelle nuove rivalità che hanno luogo tra le potenze imperialiste di fronte all’approfondirsi della loro crisi e alle crescenti lotte dei popoli. Ripetiamo le parole della Dichiarazione del 1984, in tempi in cui si vanno formando prospettive senza precedenti per la rivoluzione: “Dobbiamo intensificare la nostra attenzione rivoluzionaria e aumentare la nostra preparazione politica, ideologica, organizzativa e militare per poter usare queste opportunità nel miglior modo possibile per gli interessi della nostra classe e conquistare le posizioni più avanzate possibili per la rivoluzione proletaria mondiale.” L’esistenza del Movimento Rivoluzionario Internazionalista e i partiti maoisti in esso riuniti rappresentano una potente base per il raggiungimento di questo scopo, e questo è quel che va fatto. In particolare, i comunisti dovrebbero portare l’arma del marxismo-leninismo-maoismo alle masse oppresse, perseverare nella dura lotta contro ogni tipo di revisionismo, nuovo o vecchio, formare partiti maoisti ovunque non esistono ancora e rafforzare quelli esistenti per preparare, lanciare, sviluppare e portare alla vittoria la Guerra Popolare per distruggere per sempre l’imperialismo e la reazione, e marciare verso il futuro glorioso del comunismo. 26 dicembre 1993 Movimento Rivoluzionario Internazionalista

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